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Nel 1886 nasce a Catania l’Antologia giuridica, uno dei tanti fogli che diede voce alla scienza del diritto di fine Ottocento e uno dei tanti laboratori che in quegli anni fervidi e inquieti fu animato dalla capacità inventiva di una nuova generazione di giuristi impegnati ad elaborare modelli per la soluzione dei nuovi complessi problemi giuridici, sociali, politici ed economici. L’Antologia fa parte a pieno titolo del panorama della cultura giuridica di fine Ottocento caratterizzato, tra l’altro, anche dal richiamo espresso a quei saperi che il giurista dell’età del positivismo ritiene fondamentali per rifondare lo statuto epistemologico degli studi giuridici: la sociologia, l’antropologia, la criminologia, la demografia, la statistica. La rivista non ebbe mai una dimensione localistica; al contrario, la propensione al confronto, anche al di fuori del ristretto ambito locale e ‘provinciale’, fu nei progetti — almeno — di chi la volle e la diresse. Ma il circolo di giuristi che diede vita alla rivista costituì anche l’élite di una città che alla fine dell’Ottocento fu assunta a modello per lo studio e la ricerca delle soluzioni di difficili e complessi problemi sociali.
Catania: la città «splendidamente lieta» | L’Università: gli anni della rifondazione | I professori: fortune accademiche, professionali, politiche | La scheda | Anni fertili tra codici e «fantasmagoria di leggi»