RADIES

 

29 - 31 Ottobre 2008
Catania - Ragusa

CATANIA:

Facoltà di Lettere
Auditorium "G. De Carlo"
Rettorato
Aula Magna
Facoltà di Giurisprudenza
Aula Magna

RAGUSA:
Camera di Commercio
Auditorium

 
sei in: Presentazione

 

Razza Diritto Esperienze
A settant’anni dalle leggi razziali

Catania, 29-31 ottobre 2008

 

Le leggi del 1938.

Nel cuore della civilissima Europa, nel secolo XX, il legislatore ha limitato la capacità giuridica dei cittadini in base alla loro appartenenza ad una razza–religione e ha prodotto un articolato corpus di norme che conduceva al compiuto e perfetto isolamento – ancor prima che all’annientamento della vita – dei membri della minoranza ebraica; lo stato ha messo in moto una complessa e invasiva macchina amministrativa per attuare tale legislazione; l’opinione pubblica, adeguatamente preparata da un’attenta e ben orchestrata campagna di stampa, ha accolto nella sua larga maggioranza le novità legislative con acquiescenza cinica, opportunistica, timorosa, convinta o anche solo conformista. Quanto è successo in quegli anni è un elemento costitutivo della nostra identità di italiani ed europei.

Da qui nasce l’idea di un incontro di studio, intitolato «Razza Diritto Esperienze. A settant’anni dalle leggi razziali» da tenersi a Catania tra il 29 e il 31 ottobre del 2008.

La memoria.

La legge del 20 luglio 2000, n. 211, istituisce il Giorno della memoria — al fine di «ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati» — in modo da «conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere».

Purtroppo non basta conservare la memoria di avvenimenti tragici per evitare che essi si ripetano e, inoltre, l’istituzionalizzazione del giorno della memoria con l’inevitabile conseguente retorica può condurre in alcuni casi a fenomeni di “rigetto”. All’Università spetta il compito, nell’ambito della sua funzione precipua, la ricerca e la crescita civile della comunità in cui opera, al di là di ogni retorica, di assicurare occasioni di riflessione.

Nel 2001 così Tina Anselmi — Presidente della Commissione per la ricostruzione delle vicende che hanno caratterizzato in Italia le attività di acquisizione dei beni dei cittadini ebrei da parte di organismi pubblici e privati — scrive nella Presentazione del Rapporto della stessa Commissione: «… Nessuna storia saprà raccontare ciò che uomini e donne hanno vissuto quotidianamente con il conseguente peso d’angoscia, di umiliazione e di miseria. Certamente è questo il debito che si deve pagare, che è stato pagato in tutte le guerre e di cui molti hanno sofferto. Ma nel nostro caso ciò è avvenuto in attuazione di leggi e di regolamenti discriminatori che hanno violentemente isolato una parte della nostra popolazione per il solo fatto della loro nascita».

I giuristi.

Con Arturo Carlo Jemolo, non crediamo che l’agire bene possa sbocciare da un istinto buono, e non da una legge razionale, e siamo, altresì, consapevoli che la vita morale non si può ridurre a formule, paiano esse le più sicure, e che l’infinita varietà, la complessità della vita, non consente di arginare l’agire dentro formule. Ma non il diritto, e neppure il giurista, nell’Italia razzista del 1938 e degli anni seguenti riuscirono a salvare l’umanità sofferente degli ebrei. Certamente alcuni giuristi e alcuni giudici impegnarono tutta la loro capacità interpretativa e sperimentarono strategie discorsive per limitare il più possibile gli effetti della legislazione antisemita, ma solo il generoso, antiretorico e silenzioso eroismo dei giusti soccorse i perseguitati. La dolorosa e scandalosa esperienza della legislazione razziale ci ammonisce a riflettere sul diritto e sulla legge: i due lembi di una ferita sempre aperta.

I relatori e i temi dell’incontro.

Interventi di:

Paolo Cappellini (Univ.Firenze)

Paolo Caretti (Univ. Firenze)

Silvano Di Salvo (Consigliere della Corte dei Conti, sez.Campania)

Angelo D’Orsi (Univ. Torino)

Silvia Falconieri (Isu Firenze)

Emilio Gentile (Univ. Roma Sapienza)

Laurent Mayali (Univ. of California, Berkeley)

Aldo Mazzacane (Univ. Napoli)

Antonella Meniconi (Univ. Roma Sapienza)

Michele Sarfatti (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, Milano)

Alessandro Somma (Univ. Ferrara)

Michael Stolleis (Max Planck Institut für europäische Rechtsgeschichte e Univ. Frankfurt a. Main)

Ruggero Taradel (Univ. Seattle, Wasghington. U.S.A.)

Ferdinando Treggiari (Univ. Perugia)

Il profilo giuridico e storico giuridico, anche in prospettiva comparatistica, avrà, nell’ambito dell’incontro, un posto centrale nella riflessione su quanto è avvenuto settanta anni fa nella società italiana, quando si realizzò la perfetta e compiuta esclusione della comunità ebraica dalla comunità nazionale: l’irrompere del concetto di razza nell’ordinamento giuridico italiano e nella società degli anni Trenta; la complessa attività dispiegata dall’amministrazione nell’attuazione dell’articolatissima legislazione; l’applicazione giurisprudenziale; la comparazione delle esperienze tedesca, italiana, francese; le concrete esperienze degli ebrei; i profili più squisitamente storici, storico-politici, storicoantropologico-filosofici del razzismo; l’interpretazione che i giudici contabili della Repubblica italiana hanno dato alla legislazione risarcitoria; la sorte degli avvocati ebrei.

Concluderà gli incontri una tavola rotonda, a cui parteciperanno i relatori e altri studiosi che hanno dato la loro adesione.

Un volume raccoglierà gli atti del convegno (relazioni e tavola rotonda) e sarà dato alle stampe entro il primo semestre del 2009.


 

 

data ultima modifica: 28/07/2008

 

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Le immagini del sito riproducono opere di Gian Paolo Dulbecco