RADIES

 

29 - 31 Ottobre 2008
Catania - Ragusa

CATANIA:

Facoltà di Lettere
Auditorium "G. De Carlo"
Rettorato
Aula Magna
Facoltà di Giurisprudenza
Aula Magna

RAGUSA:
Camera di Commercio
Auditorium

 
sei in: Che cosa devo sapere sulla razza

 

da Il primo e secondo libro del fascista (Roma 1941), pp. 144-151.

D. Che cosa si intende per razza? R. La razza è una massa di uomini simili per caratteri fisici e psichici che furono ereditati e continueranno a ereditarsi.

D. A quale razza appartieni? R. Appartengo alla razza ariana.

D. Perché dici di essere di razza ariana? R. Perché la razza italiana è ariana.

D. Le razze sono tutte eguali? R. Vi sono fra le razze differenze fisiche e spirituali.

D. Quale è la missione della razza ariana? R. La razza ariana ha la missione dì civilizzare il mondo, e di farne incessantemente progredire la civiltà.

D. A quale razza sono dovute le più alte espressioni della civiltà mondiale? R. Le più alte espressioni della civiltà mondiale sono dovute alla razza ariana.

D. I caratteri fisici e spirituali che distinguono una razza dalle altre, si ereditano? R. Si. I caratteri fisici e spirituali sono trasmessi di padre in figlio e di generazione in generazione negli individui di una stessa razza.

D. Come si chiama l’individuo nato da genitori di razza diversa? R. L’individuo nato da genitori di razza diversa, dei quali uno di colore, si chiama meticcio.

D. Quali sono i caratteri del meticcio? R. Il meticcio è un individuo fisicamente e moralmente inferiore.

D. È permesso ai cittadini italiani, maschi e femmine, di sposarsi con persone di razza non ariana? R. No. La legge vieta e punisce i matrimoni misti. Ogni individuo che procrea un meticcio offende la dignità della razza e condanna il proprio figlio a uno stato di inferiorità fisiologica, morale e sociale.

D. Il matrimonio dei cittadini italiani con persone di razza ariana, ma di nazionalità straniera, è permesso? R. Sì, ma occorre il consenso del Ministe­ro dell’Interno. Invece i dipendenti dallo Stato e dalle organizzazioni e amministrazioni pubbliche non possono, in nessun caso, sposare persone di nazionalità straniera.

D. Gli ebrei nati in Italia appartengono alla nostra razza? R. No. Gli ebrei, ovunque siano nati, non appartengono alla razza ariana.

D. Gli ebrei di nazionalità straniera possono risiedere in Italia? R. No.

D. Chi è considerato ebreo? R. È.considerato ebreo chi è nato da genitori di razza ebraica, anche se professa una religione diversa, o se, essendo nato da un matrimonio misto, professa la religione ebraica, appartiene a una comunità israelitica, o fa manifestazioni di ebraismo. Quando uno dei genitori è ebreo e l’altro straniero il figlio è considerato ebreo; anche il figlio di madre ebrea e di padre ignoto è considerato ebreo.

D. Gli ebrei possono essere iscritti al P.N.F.? R. No.

D. Possono prestare servizio militare in pace e in guerra? R. No.

D. Possono ricoprire cariche pubbliche? R. No.

D. Possono esercitare pubbliche professioni? R. No. È soltanto ammesso che il professionista ebreo dia la propria assistenza professionale ad altri ebrei.

D. I giovani ebrei possono essere ammessi nelle scuole pubbliche e private frequentate da alunni ariani? R. No. Per gli alunni ebrei vi sono apposite scuole elementari e medie.

D. Possono gli ebrei insegnare nelle scuole pubbliche e private? R. Gli ebrei possono insegnare soltanto nelle scuole elementari e medie per alunni ebrei.

D. È consentito agli ebrei il possesso di case e terreni? R. Sì, purché il valore della proprietà non superi il limite fissato dalla legge.

D. Possono gli ebrei essere proprietari, gestori, direttori di aziende? R. Sì purché queste aziende non abbiano carattere di servizi pubblici, non interessino la difesa nazionale, e non occupino cento o più persone.

D. Possono gli ebrei essere impiegati negli uffici pubblici o di interesse pubblico? R. No.

D. Possono gli ebrei tenere a servizio, in qualità di domestici, cittadini italiani di razza ariana? R. No.

D. Possono gli ebrei praticare pubblicamente la loro religione? R. Sì.

D. Perché il Regime fascista ha preso i provvedimenti riguardanti gli ebrei? R. I provvedimenti razziali del Regime sono stati presi per tutelare la purezza del sangue italiano e dello spirito italiano e per difendere lo Stato contro le congiure dell’ebraismo internazionale.

D. Quando cominciò l’azione fascista di difesa della razza? R. Fin dalle sue origini il Fascismo fu un movimento di difesa della razza.

D. Quale è lo scopo essenziale della politica sociale dei Fascismo? R. Scopo essenziale della politica sociale del Fascismo è quello di rendere sempre più pura, forte e potente la razza italiana.

D. Che cosa fa il P.N.F. per la razza? R. Tutta l’attività del Partito, attraverso le organizzazioni giovanili, femminili, sportive, culturali e dopolavoristiche è volta al raggiungimento di un supremo obiettivo: il miglioramento fisico e spirituale della razza.

D. Quale è l’obbligo fondamentale di ogni Italiano verso la razza? R. Obbligo fondamentale di ogni Italiano verso la razza è il matrimonio e la prole.

D. È ammesso, per il fascista, rimaner celibe senza legittimo impedimento? R. No, la legge fascista colpisce moralmente e materialmente il celibato ingiustificato.

D. Quali sono i provvedimenti contro il celibato ingiustificato? R. Questi provvedimenti consistono nella tassa sui celibi e in una serie di disposizioni, per le quali i celibi non possono ascendere a determinati gradi negli uffici e non possono ricoprire determinate cariche pubbliche.

D. Quale è il primo dovere dell’Italiano che vive sui territori dell’Impero? R. Il primo dovere dell’Italiano che vive sui territori dell’Impero è quello di mantenere il prestigio della razza, mostrandone costantemente la superiorità agli indigeni.

D. Quale è in generale, secondo la legge, l’atto lesivo, del prestigio di razza? R. È l’atto commesso dal cittadino italiano, sia nei territori dell’Impero che nelle isole dell’Egeo o anche nel territorio metropolitano, di fronte ai nativi dell’Africa italiana, abusando della sua qualità di appartenente alla razza italiana o venendo meno ai doveri che da tale appartenenza gli derivano sempre di fronte ai nativi, così da sminuire nel loro concetto la figura morale dell’Italiano. La legge considera, d’altra parte, lesivo del prestigio della razza italiana l’atto del nativo diretto ad offendere il cittadino nella sua qualità di appartenente a questa razza, o, comunque, in odio alla razza stessa. Perciò tutti i reati commessi sia da Italiani a danno di nativi, sia da nativi a danno di Italiani - quando ledano il prestigio della razza - sono puniti con pena più grave dell’ordinaria.

D. L’italiano che sui territori dell’Impero contrae relazioni coniugali con indigeni, che cosa commette? R. Commette un delitto punito dalla legge e si degrada moralmente e fisicamente.

D. L’Italiano che sui territori dell’Impero assume costumi indigeni, si pone al livello della popolazione indigena, si mischia con essa senza necessità e senza dignità, si ubriaca in presenza di nativi, o presta servizi avvilenti, che cosa commette? R. In questi casi l’Italiano commette un attentato al prestigio della razza e perciò è punito dalla legge.

D. Perché la legge punisce con pene particolarmente severe l’Italiano che commette o progetta un qualsiasi delitto in correità con indigeni o istiga quest’ultimi a delinquere o a contravvenire alla legge? R. Perché in tal caso il delitto è aggravato, nell’Italiano che se ne rende reo, dall’abbassamento del prestigio della razza.

D. Perché la legge è particolarmente severa contro l’Italiano che commette un delitto a danno dell’indigeno, o, per trarne profitto, abusa della di lui credulità? R. Perché anche in questo caso, oltre a delinquere contro le persone, l’Italiano delinque contro la razza, che deve sempre rappresentare, per l’indigeno, il complesso delle virtù morali e civili.

D. Esiste dunque un vero e proprio delitto contro la razza? R. Sì. Vien commesso un delitto contro la razza, tutte le volte che il puro sangue di questa razza, illuminatrice del mondo col pensiero e con le opere, è mischiato, inquinato, contaminato; e tutte le volte che il prestigio di questa razza superiore e dominatrice è avvilito per mancanza di quella dignità e di quella fierezza, di quel senso di onore e di giustizia di cui ogni Italiano deve dar esempio, ovunque, ma, in modo speciale, fra genti di diverso sangue e di inferiore civiltà.

 

data ultima modifica: 27/05/2008

 

indietro

Le immagini del sito riproducono opere di Gian Paolo Dulbecco