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Giuseppe Gaddi, operaio comunista, esule in Francia: “Benché gli si predichi da anni che il suo dovere è di ‘credere, obbedire e combattere’, il giovane operaio o il giovane impiegato di Milano non può risolversi a considerare come un essere inferiore la piccola dattilografa milanese che dopo una visita alla sinagoga va a ballare con lui, come lo studente non può risolversi a considerare come una nullità il grande professore che lo ha educato e salutare invece come un grande scienziato il fascista che occupa la sua cattedra per il solo merito del ‘puro sangue ariano’ che scorre nelle sue vene”.